Onorevoli Colleghi! - La trasformazione dell'organizzazione militare, non più basata sulla leva obbligatoria, in modello professionale, unitamente alla carenza di ufficiali subalterni all'interno delle Forze armate, hanno indotto il Ministero della difesa a ricorrere sempre più alla stipula di contratti a tempo determinato per fare fronte alle esigenze operative non derogabili dell'amministrazione stessa. Gli ufficiali ausiliari reclutati a tempo determinato hanno svolto e continuano a svolgere le proprie attività con continuità, professionalità e affidabilità, nonostante una situazione di precarietà contrattuale protrattasi negli ultimi anni.
      La legge finanziaria 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha disposto misure per la graduale riduzione del fenomeno del precariato nella pubblica amministrazione e in particolare, all'articolo 1, comma 519, ha previsto la «stabilizzazione a domanda del personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, che ne faccia istanza, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge».
      Tuttavia, in sede di applicazione della norma, il Ministero della difesa ha precisato che tale disposizione non debba ritenersi applicabile all'Esercito e al personale delle Forze armate ma solo al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze di polizia.
      La prevista riduzione delle risorse economiche destinate alla trasformazione dello strumento militare in professionale

 

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(di circa il 15 per cento a decorrere dal 2007), insieme a un mancato intervento specifico volto a ridurre la precarietà del lavoro relativa alle Forze armate, rischiano di aggravare ulteriormente una situazione di per sé preoccupante.
      Pur nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, è difficile prescindere da un necessario reintegro delle risorse economico-finanziarie destinate alla ridefinizione del modello di difesa, sia per consentire la valorizzazione di figure professionali adeguate al mutamento dello strumento militare richiesto, sia per pervenire a una soddisfacente stabilizzazione dei relativi rapporti di lavoro. Le Forze ausiliarie, essendo composte da uomini e da donne che hanno svolto un percorso di studi, di formazione, di addestramento specializzato e completo, meglio di altre si prestano ad essere utilizzate in un esercito di tipo professionale.
      Per le ragioni esposte, la presente proposta di legge intende intervenire per affrontare il problema del «precariato storico» delle Forze armate, prevedendo il richiamo al servizio permanente degli ufficiali in ferma prefissata o in rafferma e dei volontari in ferma breve e prefissata delle Forze armate, mediante la definizione di modalità di assunzione e la trasformazione del contratto a tempo indeterminato per coloro che risultano esclusi dall'applicazione del citato comma 519 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006, a condizione che posseggano determinati requisiti, come definiti dall'articolo 1 della stessa proposta di legge.
 

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